Igor Francescato Blog

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SANDRO PERTINI, commemorazione di un presidente

“Se non c’è libertà, non ci può essere democrazia. Non basta la libertà che noi abbiamo riconquistato il 25 aprile (del 1945 ndr), perché se noi ci accontentassimo della libertà in senso astratto, la libertà diventerebbe una conquista fragile e poi non sarebbe goduta da tutto il popolo italiano. La libertà è in buona sostanza l’esaltazione della libertà del singolo. Ma chi è disoccupato, chi è in miseria, chi ha una pensione bassa, che non gli consente di vivere dignitosamente, sente umiliata la sua dignità e quindi non può considerarsi un uomo libero. Per me la libertà non può andare disgiunta dalla giustizia sociale, come la giustizia sociale non può andare disgiunta dalla libertà” (tratto da “Filo rosso – la liberazione di Milano”, 1969, intervista a Pertini di Gianni Bisiach).

Si potrebbe riassumere con queste poche frasi il sentimento per la giustizia sociale che ha alimentato tutta la vita di Sandro Pertini, socialista romantico, idealista appassionato, partigiano, esule prima e presidente “il più amato dagli italiani” poi. Moriva 20 anni fa, il 24 febbraio 1990, all’età di 94 anni.
Io avevo 6 anni quando diventò Presidente della Repubblica Italiana, e nei miei vaghi ricordi c’erano solo 2 immagini di lui: Pertini che esulta allo stadio nella finale dei campionati di calcio del 1982 e Pertini commosso a Vermicino, a fianco di tutti quelli che hanno tentato di salvare il piccolo Alfredino.
Quasi 30 anni dopo, ho avuto la fortuna di conoscerlo meglio, grazie ai casi della vita: nel 2007 ho realizzato per RAITRE, anzi montato,
il documentario Pertini, storia di un presidente, di Alessandro Varchetta (con le musiche originali di Virginia Guastella), ritratto sincero e commovente del Presidente di tutti gli italiani.

A vent’anni dalla scomparsa, mi piace ricordarlo così: invitandovi a vedere (o rivedere) il documentario prodotto da “La Grande Storia”, che trovate qui nel mio sito e leggendo il bell’articolo del Corriere della Sera di ieri. A proposito una curiosità: le immagini di Vermicino non abbiamo potuto inserirle nel film della RAI perché la famiglia di Alfredino ne ha proibito l’uso, mentre nel breve video commemorativo del Corriere invece ci sono!).

Scrive di Pertini lo scrittore argentino Osvaldo Soriano “non è necessario essere italiani per essere orgogliosi di lui. Basta appartenere al genere umano”. 

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