Igor Francescato Blog

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ER MONNO INTORNO – Sul filo della Vittoria

A 93 anni compiuti si può ancora non perdere il filo,

anzi usarlo, il filo, per creare straordinari lavori all’uncinetto…

La signora Vittoria Grossi, classe 1922, s’annoierebbe quando sta in città, se non avesse il suo uncinetto.

In città, nella città Caput Mundi, ci torna ogni inverno da quando ha una certa età, perché stare nel paesino di Poggetello, a 850 metri d’altitudine, nel centro dell’appennino abruzzese, fa freschetto e la solitudine pesa di più.

Vittoria-Poggetello-dopo-la-creazione-Er-Monno-intorno.

Quando si fa novembre, Vittoria mette l’uncinetto e quattro vestiti in valigia e fino alla buona stagione va a soggiornare dai due figli, emigrati dall’Abruzzo alla capitale negli anni ’60 per lavoro. Anche Vittoria è partita per Roma, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, per trovar fortuna. Ha lasciato la campagna per far la domestica a 25 lire al mese nelle famiglie borghesi del centro. Venti lire le mandava a casa alla sua famiglia e 5 se li teneva per campare in città. Questa è stata la sua fortuna.

Uno dei pochi svaghi per lei era incontrare i paesani la domenica pomeriggio alla stazione Termini, quando tornavano dopo un giorno a casa, carichi di cibo e di notizie del paese.

Vittoria cresceva i bambini degli altri, faceva le faccende domestiche, rammendava i panni, cucinava, lavava, stirava e accudiva gli anziani. Era quel che oggi chiamiamo baby sitter, colf e badante. Oggi quei lavori li chiamiamo così e chiamiamo a farli i poveri del mondo.

Vittoria-Poggetello-cucendo-i-pantaloni-di-Igor-Er-Monno-intorno

Vittoria è stata una domestica romana fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che ha vissuto e patito nella campagna di Poggetello. Poi si è sposata, ha avuto Ottavio e Vincenza ed è rimasta in paese. Tirava su la famiglia e faceva per i suoi, con lana e cotone, coperte, scialli, sciarpe, maglioni, cappelli, calzini, scarpette e presine, usando l’uncinetto e la maglia. Un lavoro che le ha insegnato la madre, tramandando quello che ella stessa aveva imparato da mamma sua. Una volta i mestieri si imparavano così.

vista-di-Vittoria-Poggetello-cucente-attraverso-sedia-Er-Monno-intorno

Intanto il boom economico cambiava e stravolgeva usi e costumi, la tv entrava in ogni casa, il lavoro usciva dai campi per finir nelle città, chiuso in quattro muri: piccoli o grandi che siano quei muri, il lavoro si è spostato lì dentro. Per campare nella moderna società, lì bisogna stare, spesso a fare lavori per forza. Per forza! Si deve pur guadagnarsi il pane per magnar! Ma questo succedeva tanti anni fa…

Così Vittoria ha continuato instancabile i suoi mestieri di casalinga, mentre il marito Giulio, contadino per una vita, se ne andava per sempre e i figli s’allontanavano per cercar lavoro. E, quando lei finiva le faccende domestiche, tirava fuori l’uncinetto e faceva qualcosa di pratico per i suoi cari. Pare sia sempre stato il suo segreto per non annoiarsi e per sentirsi utile agli altri.

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 Vittoria-Grossi-con-le-sue-presine-Er-Monno-intorno

Vittoria io l’ho conosciuta in questa casa, “ospite invernale” del figlio Ottavio. Non vi dirò perché conosco Ottavio, che ha due figlie giovani e belle, con una delle quali ho fatto un corso di tango argentino… Sono fatti miei perché conosco Ottavio, va bene? 😉

La prima volta che ho stretto le mani della Vittoria, lei mi ha sorriso dolcemente e subito mi è arrivata la sua carica di energia. Le fettucine, che quel giorno ho mangiato a Casa Grossi, le ha fatte nonna Vittoria con le sue mani. Quel giorno i piatti li ha lavati lei (e sempre li vuol lavare lei, mi dice la nuora Adalgisa). Quel giorno Vittoria mi ha regalato una coppia di presine celesti che aveva appena fatto.

Quando tempo dopo ho rivisto nonna Vittoria, stava lavorando ad un paio di presine bianche e rosa. Così, dopo aver mangiato dei ravioli ripieni fatti con le sue mani, Vittoria ha preso l’uncinetto, il cotone colorato (acquistato a 90 centesimi dai cinesi) e ha finito le presine davanti ai miei occhi…

Vittoria-Poggetello-dopo-la-creazione-con-Igor-Er-Monno-intorno

Qualcuno avrà notà che m’ero preparà delle braghe coi busi da farle riparà. Però almeno ho cercato di aiutarla infilando l’ago! Che poi l’ago l’ha infilato lei e che mi abbia anche cucito il risvolto dei pantaloni, beh allora questo conferma il suo detto

Chi lo sa fa lo deve fa

E se lo fa una 93 enne, arrivata a quest’età con un po’ di sordità e di artrosi alle mani… Forse c’è ancora speranza per l’umanità.

“Sul filo della Vittoria”. Una storia cucita bene.

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SUL FILO DELLA VITTORIA

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2 Commenti

  • Rispondi Francesca |

    E’ bellissimo quello che hai scritto, sei sempre bravoooo, hai reso la storia di nonna Vittoria ancora più bella!! Saluti 🙂

    • Rispondi Igor |

      Grazie Francesca!
      Ho solo raccontato quel po’ di nonna Vittoria che ho conosciuto.
      Di persona è ancora più forte! 🙂

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